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  • Lingua Insegnamento:
    italiano 
  • Testi di riferimento:
    Fabio Dei, Antropologia Culturale, il Mulino, Bologna 2012.

    Eide Spedicato Iengo, Società artificiale. Dal consumismo alla convivialità, Milano, Franco Angeli, 2015.

    Lia Giancristofaro, Le tradizioni al tempo di facebook. Riflessioni sul folklore in un contesto regionale, Carabba, Lanciano, 2016, in stampa. 
  • Obiettivi formativi:
    Al termine del primo modulo, lo studente conosce i principali temi e apparati concettuali che fondano le scienze demo-etno-antropologiche ed è in grado di discutere criticamente le sue principali correnti di pensiero; conosce la cultura delle società complesse e le sue dimensioni politiche e dinamiche; impara a distinguere i contesti culturali dei suoi interlocutori attraverso l’applicazione di un approccio empatico che riguarda non solo i contenuti, ma soprattutto i processi di formazione di tali contenuti; analizza i processi culturali andando oltre l’immagine semplificante che vuole per ogni luogo un solo significato, una sola identità, e che contrappone in modo rigido il globale al locale, identificandoli rispettivamente con il cambiamento e la stabilità.
    Il secondo modulo ha lo scopo di presentare allo studente pluralismi e dinamismi socio-culturali di livello locale e globale, consentendo di acquisire un metodo di individuazione e analisi del patrimonio culturale e la capacità applicativa di tecniche di raccolta e trattamento dei dati empirici, di strumenti della comunicazione e di gestione delle informazioni nell’ambito di progetti di politica culturale e sviluppo territoriale. 
  • Prerequisiti:
     
  • Metodi didattici:
    Organizzazione della didattica
    Il corso si articola in lezioni frontali (48 ore), cui si aggiungono circa 80 ore di studio autonomo. 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    La prova finale si terrà in forma di colloquio sui temi del corso. 
  • Sostenibilità:
     

Programma A.A. 2015-2016
Corso di Laurea Specialistica in Politiche e Management per il Welfare - Antropologia Culturale CFU 6 - prof. ssa Lia Giancristofaro lgiancristofaro@unich.it
Programma

Il primo modulo offre un quadro d’insieme dell’antropologia culturale, illustrandone metodo, teoria e linguaggi. L’intento non è tanto quello di privilegiare una storia degli studi o di proporre una tradizionale esposizione tematica, quanto quello di affrontare la materia focalizzando i nodi problematici e le categorie interpretative che rendono l’antropologia culturale uno strumento di riflessione fondamentale ed avanzato per la comprensione delle complessità del mondo contemporaneo, visto che ad una crescente globalizzazione dell’economia e delle comunicazioni si accompagna e si contrappone il moltiplicarsi delle differenze e delle divisioni culturali, lasciando svolgere al conflitto etnico un ruolo decisivo nella rivendicazione delle identità individuali e collettive e nei processi di significazione e ri-significazione. Il modulo è diviso in due sezioni. La prima parte concerne i fondamenti, la storia e i metodi delle discipline demo-etno-antropologiche; la razza, la cultura, l’etnia; l’etnocentrismo, il relativismo, i diritti umani, l’etnocentrismo critico; la ricerca sul campo e l’evoluzione dei metodi etnografici; i paradigmi teorici e la comprensione, l’interpretazione, la restituzione dell’esperienza antropologica; il folklore, la cultura popolare, la cultura di massa. La seconda parte si concentra su temi e problemi di un’antropologia applicata del/nel contemporaneo attraverso un’etnografia del consumo culturale che verte soprattutto su corpo, salute, malattia; su tempo, memoria, storia; sul dono fra economia e antropologia; sulle culture globali e locali; su spazio, luogo città; su guerra, violenza e genocidio.
Il secondo modulo invece è finalizzato ad aprire percorsi di rielaborazione sostenibile dell’identità locale attraverso il riconoscimento della comunità nel suo paesaggio. Il modulo considera il patrimonio culturale materiale ed intangibile come una risorsa ad ampio spettro e invita a uscire da una logica di esclusiva conservazione dello stesso, per porlo al servizio dello sviluppo locale e sostenibile nel lungo periodo. Il punto di partenza di questa riflessione è la vasta categoria di reti regionali e locali, utili per la conoscenza, la salvaguardia e, soprattutto, l’interpretazione, la rielaborazione e la comunicazione dei beni demo-etno-antropologici materiali e intangibili Questi i temi trattati: culture e risorse culturali; il patrimonio culturale come fattore emozionale; la tradizione come processo dinamico; l’invenzione delle tradizioni e la selezione dei processi culturali; dalla tradizione popolare alla patrimonializzazione contemporanea, il rilevamento sul terreno e gli studi demo-etno-antropologici in Abruzzo; beni materiali, intangibili, etnomusicali, musei, ecomusei e archivi; l’heritage come democratizzazione del passato; l’ossessione dell’identità nei contesti culturali in crisi, la trappola dell’etnocentrismo e l’uso politico delle tradizioni; la dimensione interdisciplinare del patrimonio culturale intangibile; dall’UNESCO al contesto operativo locale; il paesaggio culturale; beni intangibili in rete; istituzioni, normative, strumenti di salvaguardia del patrimonio culturale intangibile e applicazioni sperimentali in Abruzzo; riflessione, partecipazione, programmazione: l’inventariazione del Patrimonio culturale intangibile; la sfida della sostenibilità sociale e della creatività culturale; la partecipazione come strumento di tutela territoriale; gli attori della salvaguardia; il ruolo delle comunità, delle ONG e dei “cultural-brokers”; il futuro come fatto culturale; strategie per la produzione e valorizzazione dei beni collettivi locali; il territorio come laboratorio di cittadinanza; la mediazione interculturale; la funzione della formazione; il ruolo della comunicazione pubblica; dall’inventario dell’heritage al “fare sistema” per uno sviluppo sostenibile e pacifico; le competenze operative, il futuro “artigiano” e la gestione dei progetti locali.

Programma A.A. 2015-2016
Corso di Laurea Specialistica in Politiche e Management per il Welfare - Antropologia Culturale CFU 6 - prof. ssa Lia Giancristofaro lgiancristofaro@unich.it

M1 - Modulo Istituzionale Formale (CFU 3)
Titolo: Le principali teorie dell’antropologia culturale

Obiettivi formativi del modulo
Al termine del modulo, lo studente conosce i principali temi e apparati concettuali che fondano le scienze demo-etno-antropologiche ed è in grado di discutere criticamente le sue principali correnti di pensiero; conosce la cultura delle società complesse e le sue dimensioni politiche e dinamiche; impara a distinguere i contesti culturali dei suoi interlocutori attraverso l’applicazione di un approccio empatico che riguarda non solo i contenuti, ma soprattutto i processi di formazione di tali contenuti; analizza i processi culturali andando oltre l’immagine semplificante che vuole per ogni luogo un solo significato, una sola identità, e che contrappone in modo rigido il globale al locale, identificandoli rispettivamente con il cambiamento e la stabilità.

Programma
Il modulo offre un quadro d’insieme dell’antropologia culturale, illustrandone metodo, teoria e linguaggi. L’intento non è tanto quello di privilegiare una storia degli studi o di proporre una tradizionale esposizione tematica, quanto quello di affrontare la materia focalizzando i nodi problematici e le categorie interpretative che rendono l’antropologia culturale uno strumento di riflessione fondamentale ed avanzato per la comprensione delle complessità del mondo contemporaneo, visto che ad una crescente globalizzazione dell’economia e delle comunicazioni si accompagna e si contrappone il moltiplicarsi delle differenze e delle divisioni culturali, lasciando svolgere al conflitto etnico un ruolo decisivo nella rivendicazione delle identità individuali e collettive e nei processi di significazione e ri-significazione. Il modulo è diviso in due sezioni. La prima parte concerne i fondamenti, la storia e i metodi delle discipline demo-etno-antropologiche; la razza, la cultura, l’etnia; l’etnocentrismo, il relativismo, i diritti umani, l’etnocentrismo critico; la ricerca sul campo e l’evoluzione dei metodi etnografici; i paradigmi teorici e la comprensione, l’interpretazione, la restituzione dell’esperienza antropologica; il folklore, la cultura popolare, la cultura di massa. La seconda parte si concentra su temi e problemi di un’antropologia applicata del/nel contemporaneo attraverso un’etnografia del consumo culturale che verte soprattutto su corpo, salute, malattia; su tempo, memoria, storia; sul dono fra economia e antropologia; sulle culture globali e locali; su spazio, luogo città; su guerra, violenza e genocidio.

Materiale bibliografico
Fabio Dei, Antropologia Culturale, il Mulino, Bologna 2012.

Organizzazione della didattica
Il modulo si articola in lezioni frontali (24 ore), cui si aggiungono circa 40 ore di studio autonomo.

Verifica finale
La prova finale si terrà in forma di colloquio sui temi del corso.


M2 - Modulo di Approfondimento Teorico-pratico (CFU 3)
Titolo: Il patrimonio culturale locale come risorsa per il territorio

Obiettivi formativi del modulo
Il modulo ha lo scopo di presentare allo studente pluralismi e dinamismi socio-culturali di livello locale e globale, consentendo di acquisire un metodo di individuazione e analisi del patrimonio culturale e la capacità applicativa di tecniche di raccolta e trattamento dei dati empirici, di strumenti della comunicazione e di gestione delle informazioni nell’ambito di progetti di politica culturale e sviluppo territoriale.

Programma

È difficile contestare la circostanza che abitiamo una società sempre più impersonale, supponente, affetta da analfabetismo etico-culturale, incapace di progettare una ri-organizzazione sociale e una maggiore sostenibilità ambientale. In questo quadro, alcuni temi sono naufragati in una perdita di corrispettivo nella realtà, sebbene costituiscano la trama di democrazia, giustizia, educazione, fiducia, condivisione, sostenibilità ambientale, responsabilità sociale. Il modulo perciò mette a fuoco alcuni fattori utili a promuovere una nuova ricomposizione sociale e superare l’attuale modello di sviluppo, che è evidentemente insostenibile. Discutere intorno al nostro “mondo dato” e mettere in questione i modelli di inculturazione correnti appare l’unica maniera per garantire, a ciascuno e a tutti, un futuro etico, sostenibile, probabile e non solo possibile, in una parola vivibile. Il modulo si conclude considerando il patrimonio culturale materiale ed intangibile come una risorsa ad ampio spettro e invita a uscire da una logica di esclusiva conservazione dello stesso, per porlo al servizio dello sviluppo locale e sostenibile nel lungo periodo. Temi trattati: la modernità liquida, la riproduzione sociale, la crisi dell’etica, la repressione sociale; la tradizione come processo dinamico; il rilevamento sul terreno e gli studi demo-etno-antropologici in Abruzzo; l’heritage come democratizzazione del passato; dalla tradizione popolare alla ritradizionalizzazione e alla patrimonializzazione contemporanea; beni materiali, intangibili, etnomusicali, musei, ecomusei e archivi; l’ossessione dell’identità nei contesti culturali in crisi, la trappola dell’etnocentrismo e l’uso politico delle tradizioni; la dimensione interdisciplinare del patrimonio culturale intangibile; istituzioni, normative, strumenti di salvaguardia del patrimonio culturale intangibile e applicazioni sperimentali in Abruzzo.

Materiale bibliografico

Eide Spedicato Iengo, Giovanni Bongo, Società artificiale. Dal consumismo alla convivialità, Milano, Franco Angeli, 2015.

Lia Giancristofaro, Lia Giancristofaro, Le tradizioni al tempo di facebook. Riflessioni sul folklore in un contesto regionale, Carabba, Lanciano, 2016, in stampa.

Organizzazione della didattica
Il modulo si articola in lezioni frontali (24 ore), cui si aggiungono circa 40 ore di studio autonomo.

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